Spina bifida: l’idrokinesiterapia come proposta di intervento riabilitativo integrato
Di seguito, in questo articolo, si parlerà di Spina Bifida, una patologia malformativa che interessa il S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale), del relativo intervento riabilitativo tradizionale che nel corso della storia della riabilitazione si sono susseguite negli anni, ma soprattutto delle proposte innovative che permettono un intervento alternativo ed integrato negli ultimi anni.
Negli anni ’60 e ’70 vi è stata una vera rivoluzione nella gestione della Spina Bifida dovuta essenzialmente a tre fattori:
a) le migliorate conoscenze sull’outcome di questi soggetti. L’introduzione e il perfezionamento delle tecniche di derivazione dell’idrocefalo, che hanno permesso la sopravvivenza di molti soggetti senza deficit;
b) l’abolizione delle scuole speciali e l’irrompere prepotente nel mondo della scuola di nuove problematiche e nuove esigenze;
c) il fiorire di nuovi metodi riabilitativi. A questo proposito, rispetto alle tecniche riabilitative che possono in qualche modo aiutare il piccolo paziente a condurre uno stile di vita il più autonomo possibile, si è voluto approfondire il discorso riguardo all’ idrokinesiterapia (IKT) come intervento riabilitativo alternativo da integrare al trattamento tradizionale, in particolare parleremo dell’A.S.P.
Le principali caratteristiche dell’ambiente acquatico possono essere riassunte nella:
– possibilità di poter lavorare sulla propriocettività soprattutto con minor apporto di carico grazie alla ridotta presenza di gravità;
– capacità dell’acqua come fluido che avvolge e che in un certo senso “coccola” chi ne viene a contatto;
– possibilità di favorire i processi di apprendimento per la lentezza esecutoria dei movimenti.
Ma, soprattutto, l’acqua è un ambiente che può presentare una caratteristica di “novità” e di gioco per il bambino, quindi sicuramente più stimolante soprattutto se si tratta di piccoli pazienti che cominciano un intervento riabilitativo molto precoce come appunto i bimbi che presentano esiti di Spina Bifida.
Esiti e complicazioni
Sebbene questi bambini vengano sottoposti ad intervento chirurgico subito dopo la nascita, il midollo spinale comunque subisce seri danni determinando esiti per il piccolo paziente quali:
– Paralisi e perdita della sensibilità
– Incontinenza
– Idrocefalo
Paralisi e perdita della sensibilità
Il midollo spinale fuoriuscendo dal canale vertebrale subisce dei danni irreversibili. Il messaggio nervoso risulta interrotto o, nel migliore dei casi, disorganizzato a livello centrale e periferico. In tal modo vi è alterazione sia a livello del controllo e della direzione del movimento che a livello della sensibilità estero e propriocettiva.
Incontinenza
L’incontinenza urinaria e fecale è una delle maggiori complicazioni nel caso di mielomeningocele. A livello renale e vescicale, una non perfetta minzione è la causa principale di continue infezioni, reflussi renali e danni irreparabili ad organi in crescita.
Per cercare di evitare questi danni a lungo termine, oltre all’uso di farmaci e a interventi chirurgici, è in uso la pratica del cateterismo vescicale intermittente. In ogni caso il piccolo paziente è comunque obbligato a indossare pannolini di contenimento. La necessità di tali ausili continua per tutta la vita del paziente.
Idrocefalo
L’idrocefalo, presente nel 90% dei casi di Spina Bifida, con il liquor in eccesso contenuto nell’encefalo, può compromettere lo sviluppo normale del parenchima cerebrale e arrecare seri danni anche allo sviluppo intellettivo del piccolo paziente.
Scopo del trattamento in acqua
- adattamento a nuovi schemi: già il fatto di entrare in acqua richiede una serie di adattamenti del corpo perché il nostro corpo risponde ad una situazione insolita con una determinata strategia, questo porta a mettere in atto dei circuiti di equilibrio motori e muscolari che costituiscono, da soli, un esercizio;
- spinta ad agire (movimento-azione);
- aumento delle sensazioni esterocettive;
- schema mentale con cui apprendere nuovi parametri
I vantaggi dell’idrokinesiterapia nei bambini con esiti di Spina Bifida
Nonostante la Spina Bifida sia una patologia caratterizzata da un quadro clinico evidente e specifico, sul piano riabilitativo necessita comunque di un approccio globale e necessariamente interdisciplinare.
La riabilitazione in acqua (idrokinesiterapia) è, o dovrebbe essere, uno strumento terapeutico in mano a dei Terapisti specializzati, dalla forte valenza riabilitativa e valutativa, in quanto si opera in un ambiente con parziale assenza di gravità; questa sua proprietà permette ad un paziente diversamente abile, di compiere movimenti ed esercizi terapeutici difficili da svolgere a secco.
Da questa caratteristica deriva anche l’importanza dell’ambiente acquatico in campo ricreativo e sociale perché una persona che in acqua riesce a liberarsi della forza di gravità, avrà maggiori possibilità di instaurare delle nuove modalità di relazione.
Nella riabilitazione di bambini con esiti di Spina Bifida è importante avvalersi della psicomotricità in acqua nel programma di intervento riabilitativo. È necessario tenere conto di ogni aspetto del bambino affinché la riabilitazione sia valida ed integrata perciò la psicomotricità può avere dei benefici su questi bambini affetti dagli esiti della suddetta patologia, oppure anche su bambini, con problemi interattivi e comportamentali quali autismo, e disturbo di relazione.
I soggetti con esiti di Spina Bifida traggono molto vantaggio dalla riabilitazione in acqua, anche se naturalmente nel campo delle patologie neurologiche l’acqua può essere solo un elemento di supporto non elettivo .
È sbagliato, nei bambini proporre l’acqua prima del tempo: è giusto infatti che il bambino cerchi prima di sfruttare al massimo le possibilità che gli dà la plasticità del sistema nervoso nell’ambiente in cui è costretto a vivere; inoltre vi sono dei rischi oggettivi riguardo la continuità del trattamento in quanto i bambini molto piccoli sono facilmente soggetti a malattie da raffreddamento.
Possibili sequenze di esercizi in acqua per la riabilitazione della Spina Bifida.
Sequenza con ciambella sotto il bacino
Le destabilizzazioni provocate dalla ciambella sotto il bacino servono per determinare il controllo del bacino da parte del paziente.
Eccentrica sulle catene posteriori
Paziente: assetto verticale con ciambella tenuta con le braccia dietro la schiena; nell’esecuzione vi è poca dinamicità; l’esercizio consiste nel controllo della risalita delle gambe e delle rotazioni del corpo lungo l’asse longitudinale.
Sequenza con paziente con arti inferiori sul bordo vasca
È una delle sequenze più importanti per la posizione seduta. Il paziente di fatto è seduto in modo attivo, infatti con il tronco in galleggiamento sta cercando di mantenere il sacro a contatto con il bordo della vasca. Altra finalità è un lavoro di reclutamento muscolare a carico del tronco.
Quadrupedica in acqua bassa
Il paziente grazie al sussidio sotto al torace che lo sostiene è in grado di mantenere la postura quadrupedica in acqua bassa. Il piccolo paziente, assumendo questa postura, può iniziare a distribuire il carico su tutti e quattro gli arti e cercare di correggere l’atteggiamento del tronco viziato dovuto alle posture di compenso che porteranno una volta fissate all’ instaurarsi di una scoliosi neurogena.