L’idrokinesi nei pazienti con Sclerosi Multipla
L’Idrokinesiterapia secondo il metodo A.S.P. è un importante strumento riabilitativo per le persone con sclerosi multipla in quanto favorisce processi di apprendimento della concezione neuromotoria grazie alla parziale assenza di gravità in acqua, migliora le capacità residue o parzialmente colpite dalla malattia.
Cos’è la sclerosi multipla
La Sclerosi Multipla è una malattia grave del sistema nervoso centrale, con esordio nell’ età giovane-adulta e decorso variabile e spesso progressivamente invalidante. È una patologia complessa in quanto varia a secondo dell’area dell’encefalo o del midollo che colpisce.
Cause e sintomi della sclerosi multipla
La SM è caratterizzata da un processo infiammatorio ricorrente che provoca il danneggiamento della mielina, cioè la guaina protettiva che avvolge e isola le fibre nervose e che permette loro di condurre gli impulsi. Secondariamente al danno della mielina, anche le fibre nervose contenute in essa (gli assoni) si deteriorano irreversibilmente, costituendo la base della progressiva disabilità permanente.
Le aree di demielinizzazione hanno l’aspetto di cicatrici diffuse e vengono chiamate placche. Il nome della malattia, infatti, è legato alla presenza di cicatrici (“sclerosi” = indurimento) e alla loro diffusione nel sistema nervoso centrale (da cui deriva il termine “multipla”).
I disturbi motori che la caratterizzano sono Astenia, Spasticità, Disturbi della coordinazione, Atassia e tremore. Si aggiungono poi ad essi Disturbi vescicali, Disturbi sensitivi ( parestesie, perdita di sensibilità tattile e termica o dolorifica.), disturbi visivi.
Obiettivi dell’idrokinesiterapia nei pazienti con sclerosi multipla
- riduzione dello stato di fatica
- apprendimento motorio
- stabilità posturale globale e selettiva
- miglioramento della propriocettività
- riduzione dei pattern motori patologici
- riduzione dei compensi
- prevenzione dei deficit respiratori
- controllo vescicale
- mantenimento delle funzioni cognitive
Vantaggi e benefici dell’idrokinesiterapia nei pazienti con sclerosi multipla
- stimolare l’apprendimento motorio del paziente sfruttando la tridimensionalità che offre l’ambiente acqua.
- rendere più graduale l’apprendimento motorio, che fuori dall’acqua non è possibile o che magari lo è attuando strategie di compenso allungando così i tempi di esecuzione.
- In ambiente microgravitario come quello dell’acqua il paziente potrà utilizzare la propria capacità motoria residua.
- Dopo aver avuto il primo approccio in acqua il paziente si sentirà sicuro avvolto dall’acqua e non avrà paura di cadere.
- Il movimento in acqua essendo più rallentato permetterà al paziente di appenderlo al meglio.
- L’esterocettività offerta dall’acqua amplifica la percezione del proprio corpo.
- Enfatizza le autonomie del paziente
- In acqua si andrà a stimolare un costante coordinazione della respirazione per ottenere il galleggiamento e l’equilibrio.
- La pressione idrostatica andrà a facilitare il drenaggio degli arti inferiori.
- Avremo con l’acqua un ambiente poco sanitarizzato e quindi il paziente si sentirà a proprio agio in un ambiente più familiare.
- Lavoriamo in globalità perché le finalità di un esercizio sono multiple.
Svantaggi dell’idrokinesiterapia nei pazienti con sclerosi multipla
- L’ambiente caldo-umido può aumentare la fatica del paziente.
- In acqua si percepisce meno lo sforzo in questo modo potremmo aver il rischio di esagerare nelle prestazioni andando al di sopra delle forze del paziente.
- Difficoltà nel passaggio tra ambiente microgravitario (acqua) e ambiente gravitario (terra) con il rischio di cadute del paziente.
- Ambiente non sempre accessibile in base alle disabilità del paziente
Quale tipo di paziente con sclerosi multipla può intraprendere la riabilitazione in acqua?
È necessario valutare diversi aspetti e condizioni:
- Fatigue Severity Scale (FSS, scala di gravità della fatica) deve essere minore di quaranta;
- Grado di disabilità del paziente: più è bassa e più si raggiungono gli obiettivi prefissati;
- acquaticità del paziente: livello di benessere psicofisico raggiunto da un individuo dopo un percorso di adattamento in acqua
- età del paziente: pazienti giovani possono continuare le attività in acqua in autonomia;
- motivazione del paziente
Conclusioni
- per arrivare a lavorare in globalità bisogna sempre iniziare da esercizi semplici sino a quelli più complessi.
- Alternare sequenze statiche a sequenze dinamiche.
- Valutare lo stato di fatica del paziente prima e dopo la terapia.
- Aiutare il paziente nell’entrata/uscita dall’acqua e nello spostamento piscina/spogliatoio.
- Assicurarsi che il paziente al di fuori della terapia in acqua (doccia,cambio ecc..) abbia l’assistenza necessaria.