Idrokinesiterapia nel bambino affetto da Artrogriposi multipla congenita
L’Artrogriposi Multipla Congenita (AMC) è una condizione clinica caratterizzata da rigidità articolare presente già alla nascita (“congenita”), in diversi distretti anatomici (“multipla”).
Questa patologia si presenta con una frequenza di 1:3.000 nati vivi. La diminuzione dei movimenti fetali (acinesia), determinata da anomalie fetali o materne, è la principale causa dell’AMC.
Patologie neuropatiche possono essere alla base della diminuzione dei movimenti fetali, così come patologie muscolari e patologie dei tessuti connettivi. Inoltre la perdita di spazio intrauterino, come nelle gravidanze gemellari, possono essere alla base dell’artrogriposi.
Classificazione dell’Artrogriposi Multipla Congenita
L’Artrogriposi Multipla Congenita può essere suddivisa secondo la definizione di Hall (1979) in tre grandi gruppi. Il primo gruppo rappresenta la forma più comune, per tale motivo prenderemo in esame solo questo. Questa forma è definita la “classica artrogriposi“, o amyoplasia .
Quadro clinico della classica artrogriposi
- È presente uno scarso tessuto sottocutaneo e pieghe della pelle assenti;
- Di solito le deformità sono simmetriche e la loro gravità aumenta distalmente, con mani e piedi più deformati;
- Rigidità articolare.
- Possibilità di articolazioni lussate, specialmente le anche e, occasionalmente, le ginocchia.
- Possibile presenza di atrofia muscolare.
- Possibile assenza di muscoli o gruppi di muscoli.
- Solitamente la sensibilità è intatta, sebbene i riflessi tendinei profondi possano essere diminuiti o assenti.
- Le capacità intellettive sono nella norma.
- Spalle intraruotate ed addotte.
- Gomiti estesi, avambracci pronati.
- Polsi e dita flesse.
- Ginocchia estese e piedi deviati in equino-varo-supinato-addotto.
- Molte volte è presente un emangioma al centro del volto.
Perché la scelta dell’idrokinesiterapia: vantaggi
La scelta di portare questi pazienti in acqua è determinata da vari fattori. I molti interventi chirurgici ai quali sono sottoposti i bambini necessitano di un lavoro fisioterapico precoce; inoltre il fatto stesso che siano bambini, sottoposti ad un ambiente sanitario dalla nascita, ci porta a ricercare un approccio più ludico. Inoltre i vantaggi dell’idrokinesiterapia in pazienti affetti da artrogriposi sono molteplici:
- Lavoro precoce post intervento chirurgico: sono bambini sottoposti a molti interventi ai quali deve seguire sempre una fisioterapia precoce, continua e mirata.
- Possibilità di modulare il carico, dopo gli interventi chirurgici, attraverso la variazione del livello dell’acqua.
- Possibilità di svolgere un lavoro indiretto, sugli sblocchi articolari e sugli allungamenti muscolari, con il minor dolore possibile.
- Possibilità, grazie all’ambiente microgravitario, di lavorare sulle fasi intermedie dei movimenti e dei passaggi posturali.
- L’ambiente acquatico predispone ad un certo rilassamento.
- Si creano maggiori possibilità di proporre il lavoro ai bambini sotto la forma più coinvolgente del gioco.
- Una proposta riabilitativa diversa all’ambiente sanitarizzato: il bambino che effettua fisioterapia dalla nascita avrà bisogno di spezzare la monotonia.
- La densità dell’acqua aiuta a sentirsi più sostenuti favorendo una maggiore percezione del proprio corpo e riducendo la paura di cadere.
Attenzioni
L’approccio psicomotorio deve essere adeguato all’età del bambino ed effettuato con le dovute procedure di ambientamento; la temperatura dell’acqua dovrebbe essere relativamente calda per favorire il rilassamento del bambino soprattutto per il lavoro al livello muscolare e articolare.
Obiettivi dell’idrokinesiterapia in pazienti affetti da artrogriposi
- Acquisire sicurezza nella libertà di movimento, negli spostamenti, nei passaggi posturali cercando di eliminare i compensi superflui.
- Impostare la deambulazione al fine di renderla il più autonoma possibile.
- Incentivare la rimessa in carico dopo interventi chirurgici, o semplicemente il carico se questo ancora non è mai avvenuto.
- Rinforzare la muscolatura del tronco al fine di permettere una buona stabilità prossimale per liberare gli arti.
- Stimolare l’equilibrio sia nella deambulazione, cercando di ridurre la base d’appoggio, sia in situazioni in galleggiamento, per far prendere coscienza al bambino del proprio corpo.
- Interiorizzare lo schema corporeo.
- Lavorare sulla manualità, la stereoagnosia e la bimanualità.
- Proporre il movimento centripeto degli arti superiori soprattutto al livello di bicipite brachiale.
- Esortare le reazioni di paracadute, soprattutto se il bambino ha iniziato a camminare da poco.
- Sbloccare le articolazioni e stimolare l’allungamento muscolare (lavoro indiretto).
- Incentivare il carico sugli arti superiori al fine di stimolare una corretta crescita ossea, un orientamento corretto delle trabecole ossee, una stabilizzazione della spalla e della cuffia dei rotatori.
Risultati ottenuti
I risultati ottenuti nell’arco di 3 mesi di trattamento hanno evidenziato un netto miglioramento della deambulazione con l’acquisizione di maggior sicurezza e riduzione della paura di cadere. L’acqua ha permesso, inoltre, di poter lavorare senza rischi e senza creare paure al bambino sulle reazioni di paracadute.
La funzionalità degli arti superiori si è incrementata portando ad una maggiore finalizzazione del gesto. Il bambino è fondamentalmente diventato più autonomo e con una motivazione maggiore nell’esplorazione del mondo esterno. Tali risultati ci confermano l’alta valenza dell’idrokinesiterapia come strumento di integrazione al piano riabilitativo, e in alcune fasi dell’iter riabilitativo può essere utilizzato come approccio di elezione.